KINTSUGI: un progetto fotografico
Con il progetto "Kintsugi", ogni cicatrice diventa simbolo di bellezza e forza, un concetto che trascende l'estetica per toccare corde più profonde dell'essere umano, spingendoci a riflettere su come possiamo abbracciare le nostre fragilità e trasformarle in punti di forza.
Nella nostra società, che spesso celebra la perfezione, questo progetto rappresenta una provocazione visiva: le cicatrici fisiche ed emotive, invece di essere nascoste, vengono valorizzate con polvere d'oro, simbolo di resilienza e crescita personale.
Qual’è l’intento?
Ispirandosi all'antica tecnica giapponese del kintsukuroi, dove le ceramiche rotte vengono riparate con oro, questa serie di immagini vuole raccontare storie di vulnerabilità e di rigenerazione, rappresentando visivamente l’idea che le nostre esperienze, anche quelle più dolorose, ci arricchiscono e ci rendono unici.
Come sono state realizzate le immagini?
Ogni scatto della serie è stato costruito in studio, con il contributo di una make-up artist che ha applicato sulla pelle della modella una tinta bianca e realizzato a mano le "crepe" dorate.
Anche l’illuminazione e la pulizia del set sono state studiate per neutralizzare le dominanti cromatiche e per ridurre il contrasto luce-ombra così da far risaltare la contrapposizione tra la delicatezza della pelle e le linee dorate.





Il progetto "Kintsugi" è in mostra al Circuito OFF del Festival della Fotografia Etica 2024 a Lodi dal 28/09/2024 al 27/10/2024
Si ringraziano: Alessia Casella (make up) , Violina Romanova (model)